giovedì 24 marzo 2011

J. SPITZ - L'occhio del purgatorio

Spezzo subito una mastodontica lancia a favore di Urania che tra le poche, umilmente, di mese in mese, pubblica romanzi di fantascienza in Italia. La sci-fi piace e non piace, per carità. Certo che la paraletteratura di cui è esponente il genere è, non solo a mio giudizio, uno strumento quasi imprescindibile per interpretare artisticamente  il nostro tempo, così preso dalle scienze e dalle tecnologie, dalle violenze seriali e dalle armi di distruzione di massa (sul punto cfr. "Alla periferia di Alphaville. Interventi sulla paraletteratura" di V. Evangelisti, edito da Ancora del Mediterraneo, Collana Le gomene)...e comunque come riassumeva il buon Vonnegut: "vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi, quello che ci fanno gli equivoci tremendi, gli errori, gli incidenti e le catastrofi. Voi siete i soli abbastanza stupidi per tormentarvi al pensiero del tempo e delle distanze senza limiti, dei misteri imperituri, del fatto che stiamo decidendo proprio in questa epoca se il viaggio spaziale del prossimo miliardo di anni o giù di lì sarà il Paradiso o l'Inferno".

Veniamo al libro. Spitz, esponente di pregio della letteratura di sci-fi francese durante la seconda guerra mondiale, parte da un semplice dubbio scientifico per creare il suo personale viaggio faustiano. Perché gli animali sembrano intuire prima i fatti che stanno per accadere? Scoperto l'arcano, il cattivissimo doktor tod del romanzo "tratta" uno sfortunato paziente con il suo preparato chimico. Il malcapitato comincia a vedere sempre più in là nel nostro presente. Vede letteralmente il mondo invecchiare e presto si trova circondato da tanti scheletrini che gli parlano...per giungere alla fine dell'universo, ripieno di ombre un tempo vive.
Lo trovate ancora su delos store, nell'edizione di Urania Collezione degli anni 90. Io l'ho beccato su una bancarella a Roma. Chi cerca trova.

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